La modernità ha fatto della metafora del visibile e del conoscibile la cifra della società razionale e funzionale, dove l’opacità, l’ambivalenza e l’indicibile rappresentano ostacoli da rimuovere o errori da emendare. Il capitalismo contemporaneo amplifica il senso dello «svelamento» facendo della pubblicità e dell’esposizione in pubblico dei dispositivi di valorizzazione sociale. Georg Simmel (1908) intuisce che la voglia dell’uomo moderno di piacere agli altri e di esporsi nello spazio sociale esprime un «desiderio positivo» contro il negativo del non manifesto, del non visibile. L’ornamento, scrive a riguardo, è un modo, soprattutto per la borghesia, per render pubblico il sé, per «mostrarsi», per attribuire «valore» alla propria personalità. Dunque, al visibile e all’esteriorizzazione di attributi presumibilmente intimi si attribuisce la positività dell’apertura alla mondanità. All’interno di questi processi di socializzazione e di individuazione, basati sulla dialettica riconoscimento-distinzione, il «valore» dei beni simbolici si ripercuote concretamente nella gestione delle relazioni di potere. L’effettualità del simbolico rispecchia, nel lessico marxiano, anche quella proprietà feticistica («sensibilmente sovrasensibile») che incor- pora l’oggetto o la persona che ne è dotato. L’utopia della trasparenza e dell’autoevidenza del soggetto rispetto a se stesso produce, allo stesso tempo e per reazione, forme di vita e saperi radicati sul «segreto» e sui risvolti di ciò che resta in «ombra». Ed è proprio Simmel a proporre una delle riflessioni più interessanti sulla relazione tra segreto e disvelamento, definendo il segreto come una delle «maggiori conquiste dell’umanità». Nel presente contributo, dunque, si intende indagare il rapporto tra disvelamento e segre- to (a partire dalle tesi di Georg Simmel) in rapporto alle trasformazioni sociali e culturali del tardo capitalismo. Attraverso la riflessione sociologica su alcune immagini della let- teratura (H. Melville, F. Kafka, C. Mieville) si metterà in relazione il segreto con i temi del potere, del controllo, del male nella tarda modernità. Obiettivo dello scritto è riflettere sul segreto oltre che come forma di preservazione del sé e di resistenza, come «necessità» di cui si serve il capitalismo avanzato per esistere.

Disvelamento e segreto nella cultura del capitalismo

Emilio Gardini
2021-01-01

Abstract

La modernità ha fatto della metafora del visibile e del conoscibile la cifra della società razionale e funzionale, dove l’opacità, l’ambivalenza e l’indicibile rappresentano ostacoli da rimuovere o errori da emendare. Il capitalismo contemporaneo amplifica il senso dello «svelamento» facendo della pubblicità e dell’esposizione in pubblico dei dispositivi di valorizzazione sociale. Georg Simmel (1908) intuisce che la voglia dell’uomo moderno di piacere agli altri e di esporsi nello spazio sociale esprime un «desiderio positivo» contro il negativo del non manifesto, del non visibile. L’ornamento, scrive a riguardo, è un modo, soprattutto per la borghesia, per render pubblico il sé, per «mostrarsi», per attribuire «valore» alla propria personalità. Dunque, al visibile e all’esteriorizzazione di attributi presumibilmente intimi si attribuisce la positività dell’apertura alla mondanità. All’interno di questi processi di socializzazione e di individuazione, basati sulla dialettica riconoscimento-distinzione, il «valore» dei beni simbolici si ripercuote concretamente nella gestione delle relazioni di potere. L’effettualità del simbolico rispecchia, nel lessico marxiano, anche quella proprietà feticistica («sensibilmente sovrasensibile») che incor- pora l’oggetto o la persona che ne è dotato. L’utopia della trasparenza e dell’autoevidenza del soggetto rispetto a se stesso produce, allo stesso tempo e per reazione, forme di vita e saperi radicati sul «segreto» e sui risvolti di ciò che resta in «ombra». Ed è proprio Simmel a proporre una delle riflessioni più interessanti sulla relazione tra segreto e disvelamento, definendo il segreto come una delle «maggiori conquiste dell’umanità». Nel presente contributo, dunque, si intende indagare il rapporto tra disvelamento e segre- to (a partire dalle tesi di Georg Simmel) in rapporto alle trasformazioni sociali e culturali del tardo capitalismo. Attraverso la riflessione sociologica su alcune immagini della let- teratura (H. Melville, F. Kafka, C. Mieville) si metterà in relazione il segreto con i temi del potere, del controllo, del male nella tarda modernità. Obiettivo dello scritto è riflettere sul segreto oltre che come forma di preservazione del sé e di resistenza, come «necessità» di cui si serve il capitalismo avanzato per esistere.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12317/103921
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact