Spello, insieme a un pugno di piccoli comuni sparsi per l’Italia rurale – non più di undici, in non più di 8 regioni, più al Centro-Sud che al Nord, nessuno superiore a poche migliaia di abitanti – balza agli onori delle cronache nel 2016, in occasione dell’apertura a Montecitorio della “Sala delle donne” , che contiene, fra gli altri, i ritratti delle prime sindache italiane . Trascurate se non addirittura dimenticate per decenni, queste amministratrici rappresentano un traguardo assai più importante di quel che sembri in apparenza. Si tratta infatti di donne che non solo hanno esercitato l’elettorato attivo ma anche quello passivo, riuscendo nella missione statisticamente quasi impossibile (dati i numeri infimi a fronte della quantità di comuni esistenti) di assumere poteri di governo in mezzo “all’Italia dei mille campanili”. Uno di questi campanili, svettanti in luoghi segnati dalla povertà, dalle tensioni di una guerra appena finita e dalle nuove sfide di una Repubblica ai suoi albori, è quello di Spello, governato da una donna per ben tre mandati, durante un quindicennio in cui si passa dalla Ricostruzione agli anni del Boom economico; anni dunque cruciali per la storia successiva. Con questa consapevolezza, si proverà a ricostruire il profilo politico e umano di Elsa Damiani Prampolini, sindaca di Spello dal 1946 al 1960 e consigliera comunale per le due successive tornate elettorali. Per meglio contestualizzarne il ruolo e le politiche intraprese, si procederà inoltre all’esame dei tradizionali caratteri socio-anagrafici (genere, età, titolo di studio e posizione lavorativa) degli assessori e dei consiglieri comunali che l’hanno affiancata lungo i suoi mandati, dando vita al primo ceto politico democratico della storia spellana dal dopoguerra in avanti.
La "Sindachessa", Elsa Damiani Prampolini.
Montesanti, Lucia
;
2023-01-01
Abstract
Spello, insieme a un pugno di piccoli comuni sparsi per l’Italia rurale – non più di undici, in non più di 8 regioni, più al Centro-Sud che al Nord, nessuno superiore a poche migliaia di abitanti – balza agli onori delle cronache nel 2016, in occasione dell’apertura a Montecitorio della “Sala delle donne” , che contiene, fra gli altri, i ritratti delle prime sindache italiane . Trascurate se non addirittura dimenticate per decenni, queste amministratrici rappresentano un traguardo assai più importante di quel che sembri in apparenza. Si tratta infatti di donne che non solo hanno esercitato l’elettorato attivo ma anche quello passivo, riuscendo nella missione statisticamente quasi impossibile (dati i numeri infimi a fronte della quantità di comuni esistenti) di assumere poteri di governo in mezzo “all’Italia dei mille campanili”. Uno di questi campanili, svettanti in luoghi segnati dalla povertà, dalle tensioni di una guerra appena finita e dalle nuove sfide di una Repubblica ai suoi albori, è quello di Spello, governato da una donna per ben tre mandati, durante un quindicennio in cui si passa dalla Ricostruzione agli anni del Boom economico; anni dunque cruciali per la storia successiva. Con questa consapevolezza, si proverà a ricostruire il profilo politico e umano di Elsa Damiani Prampolini, sindaca di Spello dal 1946 al 1960 e consigliera comunale per le due successive tornate elettorali. Per meglio contestualizzarne il ruolo e le politiche intraprese, si procederà inoltre all’esame dei tradizionali caratteri socio-anagrafici (genere, età, titolo di studio e posizione lavorativa) degli assessori e dei consiglieri comunali che l’hanno affiancata lungo i suoi mandati, dando vita al primo ceto politico democratico della storia spellana dal dopoguerra in avanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.