La sanità italiana rappresenta un sistema che si poggia su più “pilastri”: pubblico e privato, che a sua volta può essere distinto tra privato accreditato e privato-privato. Le organizzazioni private accreditate combinano la natura istituzionale privata con la provenienza pubblica di una quota delle risorse destinate a finanziare le prestazioni fornite ai pazienti. Gli attori che popolano questo particolare circuito sono caratterizzati da peculiarità di fondo che ne influenzano il posizionamento strategico e le scelte operative (Giudice et al., 2023; Carbone, 2013). Per essere “accreditate” le aziende sanitarie private devono garantire degli standard di sicurezza e di qualità in base alle diverse Leggi Regionali di accreditamento. In Italia il contesto sanitario privato si caratterizza per la presenza di imprese familiari, che svolgono un ruolo cruciale nell’offerta dei servizi sanitari. Si tratta di imprese, spesso di piccole o medie dimensioni, che operano in ambiti come cliniche, laboratori diagnostici e case di cura, con un forte radicamento territoriale e un approccio personalizzato al paziente. La gestione familiare consente sicuramente flessibilità decisionale e continuità nella qualità del servizio, ma può anche presentare sfide in termini di successione generazionale e adattamento alle crescenti esigenze regolatorie e tecnologiche del settore. Le imprese familiari caratterizzano il panorama industriale a livello globale (Jahmurataj, 2018; La Porta, Lopez-de-Silanes e Shleifer, 1999; Claessens, Djankov e Lang, 2000; Faccio e Lang, 2002) e rappresentano la forma più antica di organizzazione di impresa. A prescindere dal livello di sviluppo dell’economia, in molti paesi le c.d. family firms costituiscono la componente principale del sistema industriale e rivestono un ruolo chiave da un punto di vista occupazionale e di crescita economica (Faccio e Lang, 2002). La notevole rilevanza assunta dalle family firms all’interno del contesto sociale ed economico delle più disparate nazioni ha negli anni innescato un vivace dibattito accademico incentrato in particolare sui modelli di governance ad esse relativi e sulle conseguenti performance. Nel contesto economico italiano si stima che le family firms siano circa 11.635, pari ad oltre il 65% del totale aziende (Associazione Italiana Imprese di Famiglia, 2022). La letteratura mostra come da un punto di vista teorico il modello organizzativo tipico delle family firms si adatti soprattutto ad aziende di dimensioni piccole o medio- piccole gestite dalla famiglia. Trattasi di caratteristiche che rappresentano al contempo elementi di forza ma anche di criticità soprattutto nella fase legata al passaggio generazionale. Studi empirici sul tema dimostrano, infatti, come tale fase sia quella più delicata, dove una grande percentuale di aziende compromettono il loro stesso “stato di salute” aziendale: il 95% delle imprese familiari fallisce prima che l’attività arrivi ad essere controllata dalla quarta generazione della famiglia (Neubauer e Lank, 1998). Diversi sono gli aspetti che finiscono per essere coinvolti in tale processo, da quelli di carattere tecnico, relativi alla governance, alla finanza e all’assetto proprietario, a quelli invece più intangibili e collegati al patrimonio di conoscenze e competenze dell’imprenditore-fondatore. Una delle maggiori criticità è insita nella difficoltà di conservare, sviluppare e trasferire la conoscenza dall’imprenditore- fondatore al successore. L’imprenditore-fondatore svolge un ruolo determinante nell’impresa, tanto che proprio la centralità della figura stessa finisce per essere considerata una delle maggiori cause di cessazione e fallimento nel “passaggio del testimone” alle generazioni successive. La dipendenza esclusiva dalla forza propulsiva dell’imprenditore-fondatore rischia di pregiudicare la sopravvivenza dell’impresa stessa; il soggetto può entrare in una fase di “immobilismo decisionale” e replicare le soluzioni risultate vincenti per il passato o può anche succedere che restringa il suo campo di attività ad un’ottica puramente operativa. Qualora, questi scenari non si dovessero manifestare, il legame impresa- imprenditore- fondatore pone le basi per la creazione di un pericoloso “vuoto di potere” provocando una paralisi gestionale, con danni notevoli per l’equilibrio aziendale nel lungo periodo. La tematica del passaggio generazionale, della sopravvivenza aziendale sono approfonditi nel volume. Enfasi particolare è posta sul ruolo dell’imprenditore-fondatore e su coloro che gli succedono nella gestione dell’azienda. Il testo ha l’obiettivo di individuare attraverso un approccio empirico quali sono i principali strumenti utilizzati per la condivisione, la diffusione e l’uso della conoscenza per la sopravvivenza e lo sviluppo delle family firms, nella difficile fase del ricambio generazionale, comportando, in questa fase, il trasferimento da una generazione all’altra di un vero e proprio patrimonio di know- how ed esperienze. In virtù della loro rilevanza nel tessuto economico italiano, scopo di questo libro è fornire una panoramica il più possibile completa sulla ricerca relativa alle family firms. Nello specifico verrà esaminata la letteratura accademica relativa agli elementi definitori, nonché i punti di forza e gli elementi di debolezza che caratterizzano tale categoria di impresa. Attenzione sarà data alle imprese familiari che operano in uno specifico settore, quello della sanità privata accreditata italiana. Successivamente sarà affrontato il tema della gestione della conoscenza come uno degli strumenti necessari per superare la crisi generazionale e sostenere l’impresa nello sviluppo e nella crescita, come possibile strumento per il trasferimento, la condivisione e il mantenimento della conoscenza stessa, è in questa prima parte del volume che verranno trattati tali aspetti. Se la prima parte del lavoro ha prestato attenzione alle evoluzioni dei principali contributi teorici sul tema delle family firms, del passaggio generazionale e del ruolo fondamentale e strategico giocato dalla gestione della conoscenza, la seconda parte si focalizza su un’analisi empirica portata avanti su un gruppo di imprese familiari operante in un settore specifico quale quello della Sanità Privata Italiana, con particolare riferimento al contesto provinciale calabrese. L’interesse per tale target è diretta derivazione della forte attenzione e sensibilità dimostrata riguardo il contesto sanitario, associata al parallelo e parziale interesse dimostrato dalla letteratura riguardo le organizzazioni private in esso operanti. Il focus è pertanto quello di comprendere le modalità operative concretamente applicabili in tale contesto aziendale, nella fase del passaggio generazionale. Il lavoro di natura esplorativo è volto a comprendere le principali dinamiche operative nel settore, prodromiche per repliche e approfondimenti successivi, finalizzati ad affinare sensibilità su un tema di particolare interesse imprenditoriale.
Passaggio Generazionale e Conoscenza Organizzativa nella Sanità Privata
Marzia Ventura
2024-01-01
Abstract
La sanità italiana rappresenta un sistema che si poggia su più “pilastri”: pubblico e privato, che a sua volta può essere distinto tra privato accreditato e privato-privato. Le organizzazioni private accreditate combinano la natura istituzionale privata con la provenienza pubblica di una quota delle risorse destinate a finanziare le prestazioni fornite ai pazienti. Gli attori che popolano questo particolare circuito sono caratterizzati da peculiarità di fondo che ne influenzano il posizionamento strategico e le scelte operative (Giudice et al., 2023; Carbone, 2013). Per essere “accreditate” le aziende sanitarie private devono garantire degli standard di sicurezza e di qualità in base alle diverse Leggi Regionali di accreditamento. In Italia il contesto sanitario privato si caratterizza per la presenza di imprese familiari, che svolgono un ruolo cruciale nell’offerta dei servizi sanitari. Si tratta di imprese, spesso di piccole o medie dimensioni, che operano in ambiti come cliniche, laboratori diagnostici e case di cura, con un forte radicamento territoriale e un approccio personalizzato al paziente. La gestione familiare consente sicuramente flessibilità decisionale e continuità nella qualità del servizio, ma può anche presentare sfide in termini di successione generazionale e adattamento alle crescenti esigenze regolatorie e tecnologiche del settore. Le imprese familiari caratterizzano il panorama industriale a livello globale (Jahmurataj, 2018; La Porta, Lopez-de-Silanes e Shleifer, 1999; Claessens, Djankov e Lang, 2000; Faccio e Lang, 2002) e rappresentano la forma più antica di organizzazione di impresa. A prescindere dal livello di sviluppo dell’economia, in molti paesi le c.d. family firms costituiscono la componente principale del sistema industriale e rivestono un ruolo chiave da un punto di vista occupazionale e di crescita economica (Faccio e Lang, 2002). La notevole rilevanza assunta dalle family firms all’interno del contesto sociale ed economico delle più disparate nazioni ha negli anni innescato un vivace dibattito accademico incentrato in particolare sui modelli di governance ad esse relativi e sulle conseguenti performance. Nel contesto economico italiano si stima che le family firms siano circa 11.635, pari ad oltre il 65% del totale aziende (Associazione Italiana Imprese di Famiglia, 2022). La letteratura mostra come da un punto di vista teorico il modello organizzativo tipico delle family firms si adatti soprattutto ad aziende di dimensioni piccole o medio- piccole gestite dalla famiglia. Trattasi di caratteristiche che rappresentano al contempo elementi di forza ma anche di criticità soprattutto nella fase legata al passaggio generazionale. Studi empirici sul tema dimostrano, infatti, come tale fase sia quella più delicata, dove una grande percentuale di aziende compromettono il loro stesso “stato di salute” aziendale: il 95% delle imprese familiari fallisce prima che l’attività arrivi ad essere controllata dalla quarta generazione della famiglia (Neubauer e Lank, 1998). Diversi sono gli aspetti che finiscono per essere coinvolti in tale processo, da quelli di carattere tecnico, relativi alla governance, alla finanza e all’assetto proprietario, a quelli invece più intangibili e collegati al patrimonio di conoscenze e competenze dell’imprenditore-fondatore. Una delle maggiori criticità è insita nella difficoltà di conservare, sviluppare e trasferire la conoscenza dall’imprenditore- fondatore al successore. L’imprenditore-fondatore svolge un ruolo determinante nell’impresa, tanto che proprio la centralità della figura stessa finisce per essere considerata una delle maggiori cause di cessazione e fallimento nel “passaggio del testimone” alle generazioni successive. La dipendenza esclusiva dalla forza propulsiva dell’imprenditore-fondatore rischia di pregiudicare la sopravvivenza dell’impresa stessa; il soggetto può entrare in una fase di “immobilismo decisionale” e replicare le soluzioni risultate vincenti per il passato o può anche succedere che restringa il suo campo di attività ad un’ottica puramente operativa. Qualora, questi scenari non si dovessero manifestare, il legame impresa- imprenditore- fondatore pone le basi per la creazione di un pericoloso “vuoto di potere” provocando una paralisi gestionale, con danni notevoli per l’equilibrio aziendale nel lungo periodo. La tematica del passaggio generazionale, della sopravvivenza aziendale sono approfonditi nel volume. Enfasi particolare è posta sul ruolo dell’imprenditore-fondatore e su coloro che gli succedono nella gestione dell’azienda. Il testo ha l’obiettivo di individuare attraverso un approccio empirico quali sono i principali strumenti utilizzati per la condivisione, la diffusione e l’uso della conoscenza per la sopravvivenza e lo sviluppo delle family firms, nella difficile fase del ricambio generazionale, comportando, in questa fase, il trasferimento da una generazione all’altra di un vero e proprio patrimonio di know- how ed esperienze. In virtù della loro rilevanza nel tessuto economico italiano, scopo di questo libro è fornire una panoramica il più possibile completa sulla ricerca relativa alle family firms. Nello specifico verrà esaminata la letteratura accademica relativa agli elementi definitori, nonché i punti di forza e gli elementi di debolezza che caratterizzano tale categoria di impresa. Attenzione sarà data alle imprese familiari che operano in uno specifico settore, quello della sanità privata accreditata italiana. Successivamente sarà affrontato il tema della gestione della conoscenza come uno degli strumenti necessari per superare la crisi generazionale e sostenere l’impresa nello sviluppo e nella crescita, come possibile strumento per il trasferimento, la condivisione e il mantenimento della conoscenza stessa, è in questa prima parte del volume che verranno trattati tali aspetti. Se la prima parte del lavoro ha prestato attenzione alle evoluzioni dei principali contributi teorici sul tema delle family firms, del passaggio generazionale e del ruolo fondamentale e strategico giocato dalla gestione della conoscenza, la seconda parte si focalizza su un’analisi empirica portata avanti su un gruppo di imprese familiari operante in un settore specifico quale quello della Sanità Privata Italiana, con particolare riferimento al contesto provinciale calabrese. L’interesse per tale target è diretta derivazione della forte attenzione e sensibilità dimostrata riguardo il contesto sanitario, associata al parallelo e parziale interesse dimostrato dalla letteratura riguardo le organizzazioni private in esso operanti. Il focus è pertanto quello di comprendere le modalità operative concretamente applicabili in tale contesto aziendale, nella fase del passaggio generazionale. Il lavoro di natura esplorativo è volto a comprendere le principali dinamiche operative nel settore, prodromiche per repliche e approfondimenti successivi, finalizzati ad affinare sensibilità su un tema di particolare interesse imprenditoriale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.