La detenzione domiciliare umanitaria di cui all’art. 47 ter o.p. – che pur consente ai condannati indicati nei commi 01 e 1 di abbandonare l’angusto ambiente carcerario, al contempo abbattendo i costi a carico dell’amministrazione penitenziaria e rispondendo anche a intenti deflativi – appare estranea alle linee direttrici della funzione rieducativa della pena, segnate dal legislatore nella costruzione del sistema delle misure alternative alla detenzione. Si tratta del principale punto debole dell’istituto, «che appare scarno di contenuti rieducativi, carente di interventi di sostegno, spoglio di occasioni di risocializzazione».

Presunzioni di pericolosità del condannato e detenzione domiciliare umanitaria

vincenzo tigano
2021-01-01

Abstract

La detenzione domiciliare umanitaria di cui all’art. 47 ter o.p. – che pur consente ai condannati indicati nei commi 01 e 1 di abbandonare l’angusto ambiente carcerario, al contempo abbattendo i costi a carico dell’amministrazione penitenziaria e rispondendo anche a intenti deflativi – appare estranea alle linee direttrici della funzione rieducativa della pena, segnate dal legislatore nella costruzione del sistema delle misure alternative alla detenzione. Si tratta del principale punto debole dell’istituto, «che appare scarno di contenuti rieducativi, carente di interventi di sostegno, spoglio di occasioni di risocializzazione».
2021
978-88-3379-451-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12317/107103
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