Recuperando e attraversando una delle opere filosofiche più dense del pensiero contemporaneo – Essere singolare plurale di Jean-Luc Nancy, ancora largamente sottovalutata dalla sociologia – questo libro propone una riflessione radicale sulla natura originaria della socialità. L’assunto è semplice ma destabilizzante: non c’è soggetto prima della relazione, non c’è identità fuori dalla co-esistenza. Il sociale non è il risultato dell’interazione tra individui, ma il luogo stesso in cui ogni identità si dà, si espone, si disfa. Incessantemente. Il testo non mira a costruire un nuovo modello teorico ma a praticare una forma di pensiero che assume il “con” come categoria ontologica prima. In questo senso, la sociologia è invitata a ripensarsi: non più scienza del sociale come insieme di regole, istituzioni o strutture, ma esercizio di attenzione al gesto, al contatto, alla fragilità del “tra”. Ne nasce un tentativo di prolegomeni di una sociologia analitica co-esistenziale: una sociologia capace di pensare il sociale come condizione ontologica del senso e non come superficie su cui proiettare categorie velleitarie, tese a rinchiudere scientisticamente il sociale entro presunte leggi e tassonomie definitive.
La socialità dell'essere. Riflessioni sociologiche su "Essere singolare plurale" di Jean-Luc Nancy.
pagano u
2025-01-01
Abstract
Recuperando e attraversando una delle opere filosofiche più dense del pensiero contemporaneo – Essere singolare plurale di Jean-Luc Nancy, ancora largamente sottovalutata dalla sociologia – questo libro propone una riflessione radicale sulla natura originaria della socialità. L’assunto è semplice ma destabilizzante: non c’è soggetto prima della relazione, non c’è identità fuori dalla co-esistenza. Il sociale non è il risultato dell’interazione tra individui, ma il luogo stesso in cui ogni identità si dà, si espone, si disfa. Incessantemente. Il testo non mira a costruire un nuovo modello teorico ma a praticare una forma di pensiero che assume il “con” come categoria ontologica prima. In questo senso, la sociologia è invitata a ripensarsi: non più scienza del sociale come insieme di regole, istituzioni o strutture, ma esercizio di attenzione al gesto, al contatto, alla fragilità del “tra”. Ne nasce un tentativo di prolegomeni di una sociologia analitica co-esistenziale: una sociologia capace di pensare il sociale come condizione ontologica del senso e non come superficie su cui proiettare categorie velleitarie, tese a rinchiudere scientisticamente il sociale entro presunte leggi e tassonomie definitive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.