Tecnica, tempo, modernità, in C. Dipper, P. Pombeni (a cura di), Le ragioni del moderno, Bologna, Il Mulino, 2015, pp. 89-102.

L’obiettivo del convegno è quello d’individuare i cambiamenti che il processo di modernizzazione ha introdotto in alcuni ambiti dell’attività u-mana, quali i sentimenti, i miti, le religioni, la cultura, la politica, il diritto, l’economia. Io mi soffermerò, in particolare, sull’economia; un settore in cui il processo della modernizzazione è stato particolarmente forte. Cer-cherò di mostrare la specificità di questo ambito di attività rispetto ad altri e di chiarire come questa specificità dipenda dal carattere della tecnica; che svolge una funzione decisiva nel processo della produzione di beni e servizi e, quindi, nell’economia. Partirò da alcune domande la cui risposta è scontata e procederò col porre altre domande la cui risposta, invece, non è scontata. La tesi che vorrei sostenere è che la modernità, in ogni attività uma-na, non implica un progresso, ma solo un cambiamento. La tecnica (con la produzione di beni economici, che è strettamente dipendente da essa) co-stituisce un’importante eccezione. Il progresso della tecnica negli ultimi due secoli ha avuto un fortissimo impatto su tutte le attività umane; che sono cambiate in funzione di esso.