Il lavoro si propone di contribuire al dibattito teorico sulla Viral Marketing Communication attraverso l’analisi della recentissima campagna di VMC, “Rasa il pratino” lanciata in Italia il 4 maggio 2010 da Wilkinson Sword. Lo studio condotto ha mirato alla comprensione dei meccanismi e delle dinamiche che governano una campagna di Viral Marketing ed all’analisi dei relativi impatti. In particolare, la verifica dell’efficacia della campagna è stata sviluppata utilizzando il framework di Cruz & Fill (2008) che individuano 3 principali criteri: i) cognitive goals; ii) behavioural goals; iii) financial goals. Lo studio ha evidenziato che la chiave essenziale per il successo delle campagne di VMC appare risiedere senza dubbio nell’infrastruttura virtuale dei social network, che offrono la possibilità di una scrematura a monte, di una selezione naturale di soggetti maggiormente dinamici e curiosi, inclini alla novità e ad osare (Samarra & Dandi, 2009). L’accessibilità e l’informalità della rete, nonché la possibilità di fruizione (inter)attiva e a richiesta aprono in tal modo spazi ad argomenti tabù ed occhieggiano a toni ed espressioni non ammissibili in processi di comunicazione istituzionali la cui fruibilità risulta senza dubbio passiva.
Il Viral Marketing per comunicare ed intrattenere. Un’ipotesi di valutazione degli effetti
Colurcio M;Caridà A
2010-01-01
Abstract
Il lavoro si propone di contribuire al dibattito teorico sulla Viral Marketing Communication attraverso l’analisi della recentissima campagna di VMC, “Rasa il pratino” lanciata in Italia il 4 maggio 2010 da Wilkinson Sword. Lo studio condotto ha mirato alla comprensione dei meccanismi e delle dinamiche che governano una campagna di Viral Marketing ed all’analisi dei relativi impatti. In particolare, la verifica dell’efficacia della campagna è stata sviluppata utilizzando il framework di Cruz & Fill (2008) che individuano 3 principali criteri: i) cognitive goals; ii) behavioural goals; iii) financial goals. Lo studio ha evidenziato che la chiave essenziale per il successo delle campagne di VMC appare risiedere senza dubbio nell’infrastruttura virtuale dei social network, che offrono la possibilità di una scrematura a monte, di una selezione naturale di soggetti maggiormente dinamici e curiosi, inclini alla novità e ad osare (Samarra & Dandi, 2009). L’accessibilità e l’informalità della rete, nonché la possibilità di fruizione (inter)attiva e a richiesta aprono in tal modo spazi ad argomenti tabù ed occhieggiano a toni ed espressioni non ammissibili in processi di comunicazione istituzionali la cui fruibilità risulta senza dubbio passiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.