La patologia neoplastica maligna dei seni paranasali è caratterizzata da una notevole eterogeneità istologica. Accanto agli istotipi più frequenti, carcinoma epidermide e adenocarcinoma, esistono istotipi più rari che spesso differiscono per comportamento biologico e prognosi, la cui frequenza varia nelle diverse casistiche. Le malattie linfoproliferative dei seni paranasali sono piuttosto rare nei Paesi occidentali e rappresentate soprattutto da Linfomi non Hodgkin di tipo convenzionale (LNH) con una incidenza variabile tra lo 0,44% e il 2,2% dei linfomi extranodali. La localizzazione sferoidale rappresenta inoltre la sede di origine meno frequente (0,6%). Il quadro clinico di tale patologia è comunque altamente aspecifico e solo la presenza della sintomatologia classica delle malattie linfoproliferative può indirizzare il sospetto. Il caso presentato nel presente lavoro si riferisce ad un paziente giunto alla nostra osservazione nel luglio 2003 per una sintomatologia composta da: dolore sovraorbitario sinistro, calo del visus omolateralmente, scotomi positivi, discromatopsia e diplopia episodica. La diagnostica per immagini documentava la presenza di una lesione localizzata alla porzione posteriore dell’etmoide, più estesa a sinistra, che invadeva seno sfenoidale, retro-orbita, sella turcica, ed infiltrava la dura madre della fossa cranica anteriore a sinistra, il seno cavernoso, si estendeva al forame ottico omolateralmente e sollevava il chiasma ottico. L’approccio chirurgico, attuato in prima istanza per limitare le conseguenze compressive locali è stato eseguito per via endoscopica pura ed ha permesso una rimozione ampia della lesione, con decompressione del chiasma ottico, ed ha consentito di tipizzare precisamente la neoplasia, che è risultata essere un linfoma a cellule B. Il trattamento radio che mio terapico ha seguito immediatamente la diagnosi istologica. Il follow-up, ormai ad un anno, continua a confermare la completa remissione della malattia che sembra essere rimasta in ambito locale. L’approccio chirurgico endoscopico puro, quando necessario, in attesa del trattamento chemio-radioterapico, per la sua mini-invasività, dimostra la sua validità nell’immediata risoluzione delle complicanze locali e risulta essere attualmente l’approccio di scelta per questo tipo di lesioni infiltranti il basicranio anteriore.

Linfoma primitivo del seno sfenoidale complicato: trattamento chirurgico per via endoscopica

Chiarella G;
2004-01-01

Abstract

La patologia neoplastica maligna dei seni paranasali è caratterizzata da una notevole eterogeneità istologica. Accanto agli istotipi più frequenti, carcinoma epidermide e adenocarcinoma, esistono istotipi più rari che spesso differiscono per comportamento biologico e prognosi, la cui frequenza varia nelle diverse casistiche. Le malattie linfoproliferative dei seni paranasali sono piuttosto rare nei Paesi occidentali e rappresentate soprattutto da Linfomi non Hodgkin di tipo convenzionale (LNH) con una incidenza variabile tra lo 0,44% e il 2,2% dei linfomi extranodali. La localizzazione sferoidale rappresenta inoltre la sede di origine meno frequente (0,6%). Il quadro clinico di tale patologia è comunque altamente aspecifico e solo la presenza della sintomatologia classica delle malattie linfoproliferative può indirizzare il sospetto. Il caso presentato nel presente lavoro si riferisce ad un paziente giunto alla nostra osservazione nel luglio 2003 per una sintomatologia composta da: dolore sovraorbitario sinistro, calo del visus omolateralmente, scotomi positivi, discromatopsia e diplopia episodica. La diagnostica per immagini documentava la presenza di una lesione localizzata alla porzione posteriore dell’etmoide, più estesa a sinistra, che invadeva seno sfenoidale, retro-orbita, sella turcica, ed infiltrava la dura madre della fossa cranica anteriore a sinistra, il seno cavernoso, si estendeva al forame ottico omolateralmente e sollevava il chiasma ottico. L’approccio chirurgico, attuato in prima istanza per limitare le conseguenze compressive locali è stato eseguito per via endoscopica pura ed ha permesso una rimozione ampia della lesione, con decompressione del chiasma ottico, ed ha consentito di tipizzare precisamente la neoplasia, che è risultata essere un linfoma a cellule B. Il trattamento radio che mio terapico ha seguito immediatamente la diagnosi istologica. Il follow-up, ormai ad un anno, continua a confermare la completa remissione della malattia che sembra essere rimasta in ambito locale. L’approccio chirurgico endoscopico puro, quando necessario, in attesa del trattamento chemio-radioterapico, per la sua mini-invasività, dimostra la sua validità nell’immediata risoluzione delle complicanze locali e risulta essere attualmente l’approccio di scelta per questo tipo di lesioni infiltranti il basicranio anteriore.
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