INTRODUZIONE:  In Italia ci sono più di 1.700.000 persone che hanno avuto una diagnosi di cancro, con un’incidenza di più di 250.000 nuovi casi ogni anno. Tra tutte le persone malate, la metà guarisce e, nella maggior parte dei casi, senza conseguenze invalidanti, ma un numero importante di loro può convivere con la propria neoplasia più o meno a lungo. Anche tra coloro che sono guariti fisicamente, inoltre, le conseguenze psicologiche e relazionali della malattia possono essere tali da non consentire più il recupero di una vita di qualità. La fatigue1 (termine inglese che significa astenia, stanchezza) può essere considerata come parte integrante della sintomatologia causata dal tumore, come effetto collaterale delle terapie oncologiche e non oncologiche, oppure come espressione di uno stato depressivo. La fatigue può essere acuta e cronica: • Fatigue acuta: i meccanismi di recupero conservano tutta la loro efficacia, permettendo quindi all’organismo di riacquistare le forze, per mezzo di un adeguato periodo di riposo, e/o reintegrando le energie consumate; • Fatigue cronica: il paziente non riesce a recuperare un adeguato livello energetico neppure dopo un prolungato periodo di riposo e/o un’idonea terapia di supporto. Le persone che provano fatigue non hanno energia e trovano difficoltoso compiere quelle semplici attività quotidiane che di norma svolgono senza difficoltà, impedimento o preoccupazione. Svogliato, prostrato, debole, lento, confuso, scoraggiato, apatico, stanco, trascurato, pigro, fiacco, indifferente, abbattuto, sfinito, esausto, esaurito, a terra: sono questi gli aggettivi più comunemente usati dai pazienti per descrivere come si sentono. La fatigue è, dunque, una sensazione soggettiva e per tale motivo è ancor più difficile inquadrare il fenomeno. Tali descrizioni ben evidenziano la variabilità dei disturbi lamentati e la soggettività della sindrome: la fatigue è, infatti, fondamentalmente un fenomeno multidimensionale che si sviluppa nel tempo, riduce i livelli di energia e le capacità mentali, e influisce 2 negativamente sullo stato psicologico dei pazienti . Gli effetti della fatigue in funzione della sfera interessata sono: A livello fisico Impossibilità di condurre una vita normale e di svolgere le proprie attività abituali. Alla sensazione generale di stanchezza corrisponde un aumento della necessità di dormire e riposare. A livello mentale ed Riduzione di motivazione e di interesse; sentimenti di tristezza, frustrazione, emozionale irritabilità; perdita della capacità di apprezzare la vita presente e l’intimità con il proprio partner; difficoltà a concentrarsi, ricordare le cose, memorizzare date, ecc. A livello sociale e Difficoltà a svolgere attività che richiedano anche un minimo sforzo fisico (es. comportamentale fare la spesa); perdita di interesse per la vita di relazione. A livello professionale Interferenze sulla vita lavorativa che si traducono nell’esigenza di cambiare mansioni e ridurre l’orario. Alcuni degli effetti della fatigue più comunemente riferiti dai pazienti sono: • difficoltà a compiere le normali attività (cucinare, rifare il letto, fare la doccia, pettinarsi, ecc.); • non avere la forza di fare nulla, sentirsi svuotato di ogni energia; • difficoltà a concentrarsi e a prestare attenzione, a parlare e a prendere decisioni; • difficoltà a ricordare le cose; • respiro affannoso anche solo dopo aver svolto una leggera attività; • sensazione di vertigini o di avere la testa vuota; • disturbi del sonno; • perdita del desiderio sessuale; • tendenza ad una facile commozione; • umore fragile. Molte sono le cause che provocano la fatigue nei malati di cancro. Alla base possono esserci anemia, disordini del metabolismo e infezioni, cui si sovrappongono fattori psicologici quali le inevitabili paure che la diagnosi di cancro porta con sé. Possono provocare fatigue anche i trattamenti oncologici, dolori di varia natura e problemi alimentari (difficoltà a nutrirsi, vomito, diarrea, perdita di peso, anoressia), disturbi del sonno. La fatigue, quindi, è l’insieme di sintomi fisici e psichici tra i più debilitanti e meno trattati nei malati di cancro. Se si pensa che ne soffre fino al 90% dei pazienti, si può parlare di una vera e propria “malattia” nella malattia, che spesso può persistere anche dopo la fine del trattamento. Il numero di pazienti che lamentano fatigue cresce nel corso della chemioterapia e con gli altri trattamenti concomitanti messi in atto. Secondo quanto affermano gli stessi pazienti, la fatigue influisce pesantemente sulla vita di ogni giorno: l’89% la ritiene il sintomo che condiziona maggiormente le attività quotidiane; il 75% è stato costretto a modificare le abitudini lavorative; il 69% trova difficoltà a camminare a lungo e si stanca in fretta; il 55% ha persino difficoltà ad accudire la famiglia. La fatigue interferisce, quindi, sulle attività fisiche, mentali, emotive ed anche lavorative. Eppure, nonostante la fatigue sia una delle manifestazioni più invalidanti e con il maggior impatto sulla qualità della vita, secondo i risultati di una ricerca del CERGAS, il Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria dell’Università Bocconi di Milano, sono pochi i malati che riferiscono ai medici i sintomi di astenia, debolezza, dolori muscolari, inappetenza, ansia, stress, anemia e depressione, che sono le manifestazioni più caratterizzanti di questa sindrome. Ciò ha una duplice motivazione: da una parte i sanitari sottovalutano i sintomi, perché tendono a sovrapporli ad una sindrome depressiva e a una condizione di malessere generale; dall’altra, i malati, non essendo tali sintomi ben definiti e costanti come, invece, ad esempio, il dolore, la nausea e il vomito, tendono a non esporli, ritenendo che sia parte ineluttabile e incurabile della malattia. Una delle armi a disposizione dei riabilitatori per combattere la fatigue è l’esercizio fisico. Viene definito “esercizio” una performance episodica di movimenti corporei che richiedono un certo dispendio energetico (NIH Consensus Development Panel on Physical Activityand Cardiovascular Health 1996). Nella popolazione sana l’esercizio fisico con una durata di almeno 30-45 minuti e una frequenza di almeno tre volte a settimana può produrre effetti benefici sul sistema cardiovascolare. La fatigue cancro- correlata è caratterizzata da una persistente, intensa e cronica sensazione si stanchezza e esaustività che interferisce con le abituali attività della vita quotidiana. Di conseguenza, la durata, l’intensità e la 3 frequenza dell’esercizio, per i malati affetti da fatigue, sono diverse rispetto alla popolazione sana . La durata dell’esercizio fisico può durare da pochi secondi fino a diverse ore di lavoro creando, con l’aumentare dello stesso, sempre più un maggior aumento del trasporto di sangue agli organi e quindi un maggior effetto allenante. L'obiettivo di questa revisione della letteratura è stato quello di indagare sul rapporto tra esercizio fisico e fatica. MATERIALI E METODI: Le ricerche sono state effettuate sui motori di ricerca scientifici: Medline – PubMED utilizzando come parole chiave: esercizio fisico, fatigue e cancro. Sono stati trovati diversi studi sull’impatto dell’esercizio e l’attività fisica sulla fatigue cancro-correlata effettuati sia in pazienti in corso di trattamento che in quelli che l’hanno terminato. La maggior parte di questi studi sono stati effettuati con pazienti sottoposti a trattamento per tumore della mammella e/o che abbiamo ricevuto un trapianto di midollo2-4-5-6. Tutti questi studi prevedevano diversi tipi di esercizio 4-5-7 8 6 aerobico: un programma di cammino , di bicicletta , o a completa scelta del paziente . In uno studio condotto da Porock et al.9 una serie di attività fisiche è stata prescritta a pazienti con cancro in fase avanzata. Per esempio, una camminata veloce per 5 minuti, esercizi per l’allenamento delle braccia con una fascia elastica legata ad una sedia, una marcia sul posto in cucina, o un ballo con la propria musica preferita. La durata dei programmi di esercizio in questi studi variava dalle 6 settimane per i pazienti sottoposti a radioterapia fino ai 6 mesi per le pazienti con carcinoma della mammella in trattamento chemioterapico. Alcuni di questi programmi venivano fatti svolgere sotto la supervisione di uno staff di 10 specialisti in strutture di riabilitazione, altri invece venivano autogestiti in ambiente domiciliare. Spruit e colleghi, nel 2005, effettuarono uno studio pilota su un campione di 10 pazienti sottoposti a trattamento per tumore polmonare, misurando la tolleranza all’esercizio fisico prima e dopo un programma di riadattamento di 8 settimane, dimostrando così il notevole miglioramento, espresso sia in termini di miglioramento della tolleranza all’esercizio fisico (e quindi miglioramento delle attività della vita quotidiana), che di miglioramento degli indici di funzionalità cardio-polmonare.     RISULTATI: Tutti gli studi dimostrano che l’esercizio fisico riduce significativamente la fatigue nei pazienti sottoposti a trattamenti contro il cancro. Inoltre, i dati che si evincono dai diversi studi indicano una relazione inversamente proporzionale tra livello di attività fisica e fatigue. Sebbene il meccanismo di come l’esercizio fisico riduce la fatigue ed aumenta l’energia è ancora poco chiaro, le diverse ricerche mostrano come l’esercizio, particolarmente quello aerobico, contribuisca in modo notevole nell’alleviare la fatigue e aumentare l’energia. Sono state proposte due diverse ipotesi: • L’effetto allenante dell’esercizio aerobico incrementa il flusso ematico e di conseguenza la perfusione di 11 ossigeno, ed è direttamente proporzionale alla durata dell’attività fisica . • L’esercizio provoca un aumento dei livelli di beta-endorfine e i loro effetti euforici provocano una 12 percezione di minore fatigue . Dalla nostra revisione si evince che l’inattività fisica prolungata provocherebbe un cattivo funzionamento di diversi distretti corporei e che nei pazienti con cancro del polmone sono auto-segnalati livelli di fatigue più elevati rispetto ai pazienti con tumori di altri organi. Emerge inoltre un concetto fondamentale, ovvero che l'esercizio fisico riduce la fatigue aumentando il rendimento fisico e le prestazioni attraverso: l’incremento della massa muscolare e del volume plasmatico, il miglioramento della ventilazione polmonare e la perfusione, una maggiore riserva cardiaca e una più alta concentrazione di enzimi ossidativi muscolari. In più vi sono una serie di dati che evidenziano che l'esercizio fisico può esercitare effetti antidepressivi influenzando il metabolismo e la disponibilità di neurotrasmettitori centrali e aumentando i livelli di serotonina nel cervello. CONCLUSIONI:  In conclusione, da questa revisione della letteratura viene fuori che l'esercizio fisico è il trattamento di prima scelta per il miglioramento della fatigue da cancro; esso porta, infatti, ad un sostanziale miglioramento della performance fisica e alla riduzione della fatica sia mentale che fisica nei pazienti con tumore dopo il trattamento. L'esercizio fisico dovrebbe dunque essere incoraggiato. BIBLIOGRAFIA:   1) Flechtner H., Bottomley A. Fatigue and Quality of Life: Lessons from the Real World. The Oncologist, Vol. 8, Suppl 1, 5–9, February 2003 2) MacVicar, M.G. and Winningham, M.L. Promoting the functional capacity of cancer patients. Cancer Bulletin, (1986) 38, 235–9. 3) Dimeo F, Schwartz S, Wesel N, Voigt A, Thiel, E. Effects of an endurance and resistance exercise program on persistent cancer-related fatigue after treatment. Annals of Oncology Advance Access April 1, 2008. doi:10.1093/annonc/mdn068 4) Mock, B., Burke, M.B., Sheehan, P.K., Creaton, E.,Watson, P.G.,Winningham, M.L. et al. A nursing rehabilitation program for women with breast cancer receiving adjuvant chemotherapy. Oncology Nursing Forum, (1994) 21(5), 899–907. 5) Mock, V., Dow, K.,Meares, C.J., Grimm, P.M., Dienemann, J.A., Haisfield-Wolfe, M.E. et al. Effects of exercise on fatigue, physical functioning, and emotional distress during radiation therapy for breast cancer. Oncology Nursing Forum, (1997) 24(6), 991–1000. 6) Schwartz, A. Exercise and weight gain in breast cancer patients receiving chemotherapy. Cancer Practice, (2000) 8(5), 231–7 7) Mock, V., Ropka, M.E., Rhodes, V.A., Pickett, M., Grimm, P.M.,McDaniel, R., et al. Forum focus. Establishing mechanisms to conduct multi-institutional research-fatigue in patients with cancer: an exercise intervention. Oncology Nursing Forum, (1998) 25(8), 1391–7. 8) Dimeo, F., Fetscher, S., Lange,W.,Merfelsmann, R., and Keul, J. Effects of aerobic exercise on the physical performance and incidence of treatment-related complications after high-dose chemotherapy. Blood, (1997) 90, 3390–4. 9) Porock, D., Kristjanson, L., Tinnelly, K., and Blight, J. The effect of exercise on fatigue in patients with advanced cancer: a pilot study. Journal of Palliative Care, (2000) 16(3), 30–6. 10) Martijn A. Spruit, Paul P. Janssen, Sonja C.P. Willemsen, Monique M.H. Hochstenbag, Emiel F.M. Wouters, (2006) Exercise capacity before and after an 8 week multidisciplinary inpatient rehabilitation program in lung cancer patients: A pilot study. Lung Cancer (2006) 52, 257—260. 11) Astrand, P.O. Physiology of exercise and physical conditioning in normals. Schweizerische Medizinische Wochenschrift, (1973) 103(2), 41–5. 12) Kennedy, M. M. and Newton, M. Effects of exercise intensity on mood in step aerobics. Journal of Sports Medicine and Physical Fitness, (1997) 37, 200–4.

RIABILITAZIONE ONCOLOGICA: ESERCIZIO FISICO E “FATIGUE”

Iocco M
2011-01-01

Abstract

INTRODUZIONE:  In Italia ci sono più di 1.700.000 persone che hanno avuto una diagnosi di cancro, con un’incidenza di più di 250.000 nuovi casi ogni anno. Tra tutte le persone malate, la metà guarisce e, nella maggior parte dei casi, senza conseguenze invalidanti, ma un numero importante di loro può convivere con la propria neoplasia più o meno a lungo. Anche tra coloro che sono guariti fisicamente, inoltre, le conseguenze psicologiche e relazionali della malattia possono essere tali da non consentire più il recupero di una vita di qualità. La fatigue1 (termine inglese che significa astenia, stanchezza) può essere considerata come parte integrante della sintomatologia causata dal tumore, come effetto collaterale delle terapie oncologiche e non oncologiche, oppure come espressione di uno stato depressivo. La fatigue può essere acuta e cronica: • Fatigue acuta: i meccanismi di recupero conservano tutta la loro efficacia, permettendo quindi all’organismo di riacquistare le forze, per mezzo di un adeguato periodo di riposo, e/o reintegrando le energie consumate; • Fatigue cronica: il paziente non riesce a recuperare un adeguato livello energetico neppure dopo un prolungato periodo di riposo e/o un’idonea terapia di supporto. Le persone che provano fatigue non hanno energia e trovano difficoltoso compiere quelle semplici attività quotidiane che di norma svolgono senza difficoltà, impedimento o preoccupazione. Svogliato, prostrato, debole, lento, confuso, scoraggiato, apatico, stanco, trascurato, pigro, fiacco, indifferente, abbattuto, sfinito, esausto, esaurito, a terra: sono questi gli aggettivi più comunemente usati dai pazienti per descrivere come si sentono. La fatigue è, dunque, una sensazione soggettiva e per tale motivo è ancor più difficile inquadrare il fenomeno. Tali descrizioni ben evidenziano la variabilità dei disturbi lamentati e la soggettività della sindrome: la fatigue è, infatti, fondamentalmente un fenomeno multidimensionale che si sviluppa nel tempo, riduce i livelli di energia e le capacità mentali, e influisce 2 negativamente sullo stato psicologico dei pazienti . Gli effetti della fatigue in funzione della sfera interessata sono: A livello fisico Impossibilità di condurre una vita normale e di svolgere le proprie attività abituali. Alla sensazione generale di stanchezza corrisponde un aumento della necessità di dormire e riposare. A livello mentale ed Riduzione di motivazione e di interesse; sentimenti di tristezza, frustrazione, emozionale irritabilità; perdita della capacità di apprezzare la vita presente e l’intimità con il proprio partner; difficoltà a concentrarsi, ricordare le cose, memorizzare date, ecc. A livello sociale e Difficoltà a svolgere attività che richiedano anche un minimo sforzo fisico (es. comportamentale fare la spesa); perdita di interesse per la vita di relazione. A livello professionale Interferenze sulla vita lavorativa che si traducono nell’esigenza di cambiare mansioni e ridurre l’orario. Alcuni degli effetti della fatigue più comunemente riferiti dai pazienti sono: • difficoltà a compiere le normali attività (cucinare, rifare il letto, fare la doccia, pettinarsi, ecc.); • non avere la forza di fare nulla, sentirsi svuotato di ogni energia; • difficoltà a concentrarsi e a prestare attenzione, a parlare e a prendere decisioni; • difficoltà a ricordare le cose; • respiro affannoso anche solo dopo aver svolto una leggera attività; • sensazione di vertigini o di avere la testa vuota; • disturbi del sonno; • perdita del desiderio sessuale; • tendenza ad una facile commozione; • umore fragile. Molte sono le cause che provocano la fatigue nei malati di cancro. Alla base possono esserci anemia, disordini del metabolismo e infezioni, cui si sovrappongono fattori psicologici quali le inevitabili paure che la diagnosi di cancro porta con sé. Possono provocare fatigue anche i trattamenti oncologici, dolori di varia natura e problemi alimentari (difficoltà a nutrirsi, vomito, diarrea, perdita di peso, anoressia), disturbi del sonno. La fatigue, quindi, è l’insieme di sintomi fisici e psichici tra i più debilitanti e meno trattati nei malati di cancro. Se si pensa che ne soffre fino al 90% dei pazienti, si può parlare di una vera e propria “malattia” nella malattia, che spesso può persistere anche dopo la fine del trattamento. Il numero di pazienti che lamentano fatigue cresce nel corso della chemioterapia e con gli altri trattamenti concomitanti messi in atto. Secondo quanto affermano gli stessi pazienti, la fatigue influisce pesantemente sulla vita di ogni giorno: l’89% la ritiene il sintomo che condiziona maggiormente le attività quotidiane; il 75% è stato costretto a modificare le abitudini lavorative; il 69% trova difficoltà a camminare a lungo e si stanca in fretta; il 55% ha persino difficoltà ad accudire la famiglia. La fatigue interferisce, quindi, sulle attività fisiche, mentali, emotive ed anche lavorative. Eppure, nonostante la fatigue sia una delle manifestazioni più invalidanti e con il maggior impatto sulla qualità della vita, secondo i risultati di una ricerca del CERGAS, il Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria dell’Università Bocconi di Milano, sono pochi i malati che riferiscono ai medici i sintomi di astenia, debolezza, dolori muscolari, inappetenza, ansia, stress, anemia e depressione, che sono le manifestazioni più caratterizzanti di questa sindrome. Ciò ha una duplice motivazione: da una parte i sanitari sottovalutano i sintomi, perché tendono a sovrapporli ad una sindrome depressiva e a una condizione di malessere generale; dall’altra, i malati, non essendo tali sintomi ben definiti e costanti come, invece, ad esempio, il dolore, la nausea e il vomito, tendono a non esporli, ritenendo che sia parte ineluttabile e incurabile della malattia. Una delle armi a disposizione dei riabilitatori per combattere la fatigue è l’esercizio fisico. Viene definito “esercizio” una performance episodica di movimenti corporei che richiedono un certo dispendio energetico (NIH Consensus Development Panel on Physical Activityand Cardiovascular Health 1996). Nella popolazione sana l’esercizio fisico con una durata di almeno 30-45 minuti e una frequenza di almeno tre volte a settimana può produrre effetti benefici sul sistema cardiovascolare. La fatigue cancro- correlata è caratterizzata da una persistente, intensa e cronica sensazione si stanchezza e esaustività che interferisce con le abituali attività della vita quotidiana. Di conseguenza, la durata, l’intensità e la 3 frequenza dell’esercizio, per i malati affetti da fatigue, sono diverse rispetto alla popolazione sana . La durata dell’esercizio fisico può durare da pochi secondi fino a diverse ore di lavoro creando, con l’aumentare dello stesso, sempre più un maggior aumento del trasporto di sangue agli organi e quindi un maggior effetto allenante. L'obiettivo di questa revisione della letteratura è stato quello di indagare sul rapporto tra esercizio fisico e fatica. MATERIALI E METODI: Le ricerche sono state effettuate sui motori di ricerca scientifici: Medline – PubMED utilizzando come parole chiave: esercizio fisico, fatigue e cancro. Sono stati trovati diversi studi sull’impatto dell’esercizio e l’attività fisica sulla fatigue cancro-correlata effettuati sia in pazienti in corso di trattamento che in quelli che l’hanno terminato. La maggior parte di questi studi sono stati effettuati con pazienti sottoposti a trattamento per tumore della mammella e/o che abbiamo ricevuto un trapianto di midollo2-4-5-6. Tutti questi studi prevedevano diversi tipi di esercizio 4-5-7 8 6 aerobico: un programma di cammino , di bicicletta , o a completa scelta del paziente . In uno studio condotto da Porock et al.9 una serie di attività fisiche è stata prescritta a pazienti con cancro in fase avanzata. Per esempio, una camminata veloce per 5 minuti, esercizi per l’allenamento delle braccia con una fascia elastica legata ad una sedia, una marcia sul posto in cucina, o un ballo con la propria musica preferita. La durata dei programmi di esercizio in questi studi variava dalle 6 settimane per i pazienti sottoposti a radioterapia fino ai 6 mesi per le pazienti con carcinoma della mammella in trattamento chemioterapico. Alcuni di questi programmi venivano fatti svolgere sotto la supervisione di uno staff di 10 specialisti in strutture di riabilitazione, altri invece venivano autogestiti in ambiente domiciliare. Spruit e colleghi, nel 2005, effettuarono uno studio pilota su un campione di 10 pazienti sottoposti a trattamento per tumore polmonare, misurando la tolleranza all’esercizio fisico prima e dopo un programma di riadattamento di 8 settimane, dimostrando così il notevole miglioramento, espresso sia in termini di miglioramento della tolleranza all’esercizio fisico (e quindi miglioramento delle attività della vita quotidiana), che di miglioramento degli indici di funzionalità cardio-polmonare.     RISULTATI: Tutti gli studi dimostrano che l’esercizio fisico riduce significativamente la fatigue nei pazienti sottoposti a trattamenti contro il cancro. Inoltre, i dati che si evincono dai diversi studi indicano una relazione inversamente proporzionale tra livello di attività fisica e fatigue. Sebbene il meccanismo di come l’esercizio fisico riduce la fatigue ed aumenta l’energia è ancora poco chiaro, le diverse ricerche mostrano come l’esercizio, particolarmente quello aerobico, contribuisca in modo notevole nell’alleviare la fatigue e aumentare l’energia. Sono state proposte due diverse ipotesi: • L’effetto allenante dell’esercizio aerobico incrementa il flusso ematico e di conseguenza la perfusione di 11 ossigeno, ed è direttamente proporzionale alla durata dell’attività fisica . • L’esercizio provoca un aumento dei livelli di beta-endorfine e i loro effetti euforici provocano una 12 percezione di minore fatigue . Dalla nostra revisione si evince che l’inattività fisica prolungata provocherebbe un cattivo funzionamento di diversi distretti corporei e che nei pazienti con cancro del polmone sono auto-segnalati livelli di fatigue più elevati rispetto ai pazienti con tumori di altri organi. Emerge inoltre un concetto fondamentale, ovvero che l'esercizio fisico riduce la fatigue aumentando il rendimento fisico e le prestazioni attraverso: l’incremento della massa muscolare e del volume plasmatico, il miglioramento della ventilazione polmonare e la perfusione, una maggiore riserva cardiaca e una più alta concentrazione di enzimi ossidativi muscolari. In più vi sono una serie di dati che evidenziano che l'esercizio fisico può esercitare effetti antidepressivi influenzando il metabolismo e la disponibilità di neurotrasmettitori centrali e aumentando i livelli di serotonina nel cervello. CONCLUSIONI:  In conclusione, da questa revisione della letteratura viene fuori che l'esercizio fisico è il trattamento di prima scelta per il miglioramento della fatigue da cancro; esso porta, infatti, ad un sostanziale miglioramento della performance fisica e alla riduzione della fatica sia mentale che fisica nei pazienti con tumore dopo il trattamento. L'esercizio fisico dovrebbe dunque essere incoraggiato. BIBLIOGRAFIA:   1) Flechtner H., Bottomley A. Fatigue and Quality of Life: Lessons from the Real World. The Oncologist, Vol. 8, Suppl 1, 5–9, February 2003 2) MacVicar, M.G. and Winningham, M.L. Promoting the functional capacity of cancer patients. Cancer Bulletin, (1986) 38, 235–9. 3) Dimeo F, Schwartz S, Wesel N, Voigt A, Thiel, E. Effects of an endurance and resistance exercise program on persistent cancer-related fatigue after treatment. Annals of Oncology Advance Access April 1, 2008. doi:10.1093/annonc/mdn068 4) Mock, B., Burke, M.B., Sheehan, P.K., Creaton, E.,Watson, P.G.,Winningham, M.L. et al. A nursing rehabilitation program for women with breast cancer receiving adjuvant chemotherapy. Oncology Nursing Forum, (1994) 21(5), 899–907. 5) Mock, V., Dow, K.,Meares, C.J., Grimm, P.M., Dienemann, J.A., Haisfield-Wolfe, M.E. et al. Effects of exercise on fatigue, physical functioning, and emotional distress during radiation therapy for breast cancer. Oncology Nursing Forum, (1997) 24(6), 991–1000. 6) Schwartz, A. Exercise and weight gain in breast cancer patients receiving chemotherapy. Cancer Practice, (2000) 8(5), 231–7 7) Mock, V., Ropka, M.E., Rhodes, V.A., Pickett, M., Grimm, P.M.,McDaniel, R., et al. Forum focus. Establishing mechanisms to conduct multi-institutional research-fatigue in patients with cancer: an exercise intervention. Oncology Nursing Forum, (1998) 25(8), 1391–7. 8) Dimeo, F., Fetscher, S., Lange,W.,Merfelsmann, R., and Keul, J. Effects of aerobic exercise on the physical performance and incidence of treatment-related complications after high-dose chemotherapy. Blood, (1997) 90, 3390–4. 9) Porock, D., Kristjanson, L., Tinnelly, K., and Blight, J. The effect of exercise on fatigue in patients with advanced cancer: a pilot study. Journal of Palliative Care, (2000) 16(3), 30–6. 10) Martijn A. Spruit, Paul P. Janssen, Sonja C.P. Willemsen, Monique M.H. Hochstenbag, Emiel F.M. Wouters, (2006) Exercise capacity before and after an 8 week multidisciplinary inpatient rehabilitation program in lung cancer patients: A pilot study. Lung Cancer (2006) 52, 257—260. 11) Astrand, P.O. Physiology of exercise and physical conditioning in normals. Schweizerische Medizinische Wochenschrift, (1973) 103(2), 41–5. 12) Kennedy, M. M. and Newton, M. Effects of exercise intensity on mood in step aerobics. Journal of Sports Medicine and Physical Fitness, (1997) 37, 200–4.
2011
RIABILITAZIONE ONCOLOGICA; FATIGUE
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