Introduzione: La litotrissia extracorporea, inizialmente impiegata per la frammentazione dei calcoli renali, trova oggi ampio utilizzo in ortopedia. La diffusione della suddetta tecnica in questo settore è dimostrata dal fatto che il numero di trattamenti eseguiti per patologia ortopedica ha superato, in Germania, già nel 1997, quello delle applicazioni in campo urologico. i I Materiale e Metodi: A partire dal 1993 la litotrissia extracorporea è stata impiegata in 250 casi di pseudoartrosi, di cui 128 a carico dello scafoide carpale. I 128 pazienti inclusi nello studio erano affetti da pseudoartrosi dello scafoide datanti da 6 a 42 mesi (media 29 mesi). Per la selezione dei pazienti ci si è avvalsi di Rx standard. In quei casi in cui occorreva una migliore valutazione della distanza esistente tra i capi di frattura abbiamo impiegato l'esame TC, mentre, al fine di ottenere maggiori informazioni sulla vitalità e vascolarizzazione del segmento osseo affetto. Abbiamo fatto ricorso ad esame RMN. Il trattamento è consistito di due applicazioni eseguite a distanza di 24-48 ore l'una dall'altra; in ciascuna di esse, il paziente è stato sottoposto a 4000 colpi di cui 2000 sul versante palmare e 2000 su quello dorsale. L'energia richiesta per il tratta- I mento è stata compresa tra 0.4 e 1 mj\mm2. I1 trattamento è stato sempre preceduto da anestesia tronculare dei nervi mediano e radiale al polso con Carbocaina al 2%. Alla terapia ha fatto seguito I'immobilizzazione in gesso per 45 giorni. Risultati: Il follow up a quattro mesi ha mostrato una totale consolidazione in 68 pazienti (53.12%), una consolidazione parziale in 39 pazienti (30.47%) ed assenza di consolidazione in 2 1 pazienti (16.41%). Discussione: Gli insuccessi riportati possono essere spiegati o per la presenza di marcate alterazioni vascolari in special modo nelle forme atrofiche o a causa di un eccessivo gap esistente tra i capi di frattura, oppure per errori di puntamento legati ai movimenti del soggetto durante il trattamento a causa dell'inefficace analgesia. Conclusioni: Gli Autori, alla luce dei risultati ottenuti ed in virtù della non invasività della metodica, ritengono che la terapia con le onde d'urto rappresenti una valida indicazione nel trattamento della pseudoartrosi dello scafoide carpale.

La pseudoartrosi dello scafoide carpale i risultati del trattamento di 128 casi con la litotrissia extracorporea

Galasso O;
2001-01-01

Abstract

Introduzione: La litotrissia extracorporea, inizialmente impiegata per la frammentazione dei calcoli renali, trova oggi ampio utilizzo in ortopedia. La diffusione della suddetta tecnica in questo settore è dimostrata dal fatto che il numero di trattamenti eseguiti per patologia ortopedica ha superato, in Germania, già nel 1997, quello delle applicazioni in campo urologico. i I Materiale e Metodi: A partire dal 1993 la litotrissia extracorporea è stata impiegata in 250 casi di pseudoartrosi, di cui 128 a carico dello scafoide carpale. I 128 pazienti inclusi nello studio erano affetti da pseudoartrosi dello scafoide datanti da 6 a 42 mesi (media 29 mesi). Per la selezione dei pazienti ci si è avvalsi di Rx standard. In quei casi in cui occorreva una migliore valutazione della distanza esistente tra i capi di frattura abbiamo impiegato l'esame TC, mentre, al fine di ottenere maggiori informazioni sulla vitalità e vascolarizzazione del segmento osseo affetto. Abbiamo fatto ricorso ad esame RMN. Il trattamento è consistito di due applicazioni eseguite a distanza di 24-48 ore l'una dall'altra; in ciascuna di esse, il paziente è stato sottoposto a 4000 colpi di cui 2000 sul versante palmare e 2000 su quello dorsale. L'energia richiesta per il tratta- I mento è stata compresa tra 0.4 e 1 mj\mm2. I1 trattamento è stato sempre preceduto da anestesia tronculare dei nervi mediano e radiale al polso con Carbocaina al 2%. Alla terapia ha fatto seguito I'immobilizzazione in gesso per 45 giorni. Risultati: Il follow up a quattro mesi ha mostrato una totale consolidazione in 68 pazienti (53.12%), una consolidazione parziale in 39 pazienti (30.47%) ed assenza di consolidazione in 2 1 pazienti (16.41%). Discussione: Gli insuccessi riportati possono essere spiegati o per la presenza di marcate alterazioni vascolari in special modo nelle forme atrofiche o a causa di un eccessivo gap esistente tra i capi di frattura, oppure per errori di puntamento legati ai movimenti del soggetto durante il trattamento a causa dell'inefficace analgesia. Conclusioni: Gli Autori, alla luce dei risultati ottenuti ed in virtù della non invasività della metodica, ritengono che la terapia con le onde d'urto rappresenti una valida indicazione nel trattamento della pseudoartrosi dello scafoide carpale.
2001
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12317/23094
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