A partire dagli anni ’80 lo scenario dei sistemi sanitari nelle società postindustriali ha cominciato a mutare radicalmente con l’avvio delle cosiddette “riforme” sanitarie: quali le ragioni di tali processi? E quali effetti le “riforme” hanno prodotto in termini di reale impatto sulla medicina e sui sistemi sanitari? Frutto di un intenso lavoro di ricerca comparata internazionale durato tre anni che si è avvalso di diverse fonti e metodologie (statistiche, documentarie, letteratura specialistica, case-study, interviste a testimoni significativi), questo testo propone un modello di analisi connessionista dei processi di “riforma” dei sistemi sanitari occidentali più comprensivo degli approcci di natura prevalentemente economica sin qui dominanti. Il quadro di riferimento storico e teorico adottato consente infatti di leggere le “riforme” sullo sfondo della più generale evoluzione del rapporto tra biomedicina e società industriali moderne dalla dominanza medica di gran parte del ‘900 sino alla crisi di quel “contratto sociale” idealmente stipulato a conclusione del percorso di professionalizzazione della biomedicina avvenuto nel corso dell’800. Le nuove grandi sfide cui i sistemi sanitari sono sottoposti nelle società postindustriali vengono individuate come le cause profonde di una vera e propria “crisi di connessione” più generale tra sistemi sanitari, società, ambiente interno ed esterno. Il problema diviene allora valutare fino a che punto le strategie di “riforma” abbiano costituito una risposta adeguata: a tal fine, vengono presi dettagliatamente in esame cinque casi nazionali considerati come esemplari – Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Germania e Francia – prima singolarmente e diacronicamente e poi sincronicamente e in chiave comparata. L’analisi connessionista, movendo dal livello micro del contesto clinico e della relazione medico-paziente, passando per il livello meso della divisione del lavoro sanitario, arriva al livello macro ad individuare il gioco strutturale dei “poteri controbilancianti” che caratterizza il rapporto tra stato, cittadini, professioni sanitarie e complesso sanitario-industriale nei sistemi sanitari contemporanei. I nuovi scenari che i paesaggi sanitari del XXI secolo sembrano così delineare appaiono caratterizzati non tanto da un’ipotesi di convergenza tecnocratica, come i sostenitori del “pensiero unico delle riforme” affermano, quanto da un’ambivalenza di fondo le cui conseguenze producono una serie di dilemmi e paradossi che nell’attuale malessere della medicina trovano già la loro espressione.

Il malessere della medicina. Un confronto internazionale

GIARELLI G
2003-01-01

Abstract

A partire dagli anni ’80 lo scenario dei sistemi sanitari nelle società postindustriali ha cominciato a mutare radicalmente con l’avvio delle cosiddette “riforme” sanitarie: quali le ragioni di tali processi? E quali effetti le “riforme” hanno prodotto in termini di reale impatto sulla medicina e sui sistemi sanitari? Frutto di un intenso lavoro di ricerca comparata internazionale durato tre anni che si è avvalso di diverse fonti e metodologie (statistiche, documentarie, letteratura specialistica, case-study, interviste a testimoni significativi), questo testo propone un modello di analisi connessionista dei processi di “riforma” dei sistemi sanitari occidentali più comprensivo degli approcci di natura prevalentemente economica sin qui dominanti. Il quadro di riferimento storico e teorico adottato consente infatti di leggere le “riforme” sullo sfondo della più generale evoluzione del rapporto tra biomedicina e società industriali moderne dalla dominanza medica di gran parte del ‘900 sino alla crisi di quel “contratto sociale” idealmente stipulato a conclusione del percorso di professionalizzazione della biomedicina avvenuto nel corso dell’800. Le nuove grandi sfide cui i sistemi sanitari sono sottoposti nelle società postindustriali vengono individuate come le cause profonde di una vera e propria “crisi di connessione” più generale tra sistemi sanitari, società, ambiente interno ed esterno. Il problema diviene allora valutare fino a che punto le strategie di “riforma” abbiano costituito una risposta adeguata: a tal fine, vengono presi dettagliatamente in esame cinque casi nazionali considerati come esemplari – Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Germania e Francia – prima singolarmente e diacronicamente e poi sincronicamente e in chiave comparata. L’analisi connessionista, movendo dal livello micro del contesto clinico e della relazione medico-paziente, passando per il livello meso della divisione del lavoro sanitario, arriva al livello macro ad individuare il gioco strutturale dei “poteri controbilancianti” che caratterizza il rapporto tra stato, cittadini, professioni sanitarie e complesso sanitario-industriale nei sistemi sanitari contemporanei. I nuovi scenari che i paesaggi sanitari del XXI secolo sembrano così delineare appaiono caratterizzati non tanto da un’ipotesi di convergenza tecnocratica, come i sostenitori del “pensiero unico delle riforme” affermano, quanto da un’ambivalenza di fondo le cui conseguenze producono una serie di dilemmi e paradossi che nell’attuale malessere della medicina trovano già la loro espressione.
2003
88-464-4748-4
RIFORME SANITARIE; CRISI DI CONNESSIONE; RICERCA COMPARATA
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12317/23467
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact