Sommario: 1. Volendo «fare il punto» sul riparto di competenze in materia di impiego pubblico regionale. – 2. Il riparto di potestà legislativa per l’impiego pubblico alle dipendenze delle Regioni a statuto ordinario: il rapporto tra «ordinamento civile» e «ordinamento e organizzazione amministrativa della Regione», secondo la giurisprudenza costituzionale. – 3. La peculiarità dell’attuale riparto di competenze: il potere del legislatore statale di determinazione dei confini della «privatizzazione» del lavoro pubblico e, per tale via, degli ambiti rispettivi della potestà legislativa statale e di quella regionale. – 4. I profili del rapporto di pubblico impiego privatizzati, e dunque riservati alla competenza legislativa statale, e quelli attribuiti alla competenza regionale, secondo la legislazione vigente (d.lgs. 165/2001). – 5. (segue): la coincidenza tra area «privatizzata» e area «contrattualizzata» del rapporto di lavoro pubblico: la persistente vincolatività, per le Regioni, del sistema della contrattazione collettiva disciplinato a livello statale. – 6. (segue): estensione e limiti della potestà regionale (in particolare, i vincoli finanziari per le Regioni, derivanti dall’esigenza di «coordinamento della finanza pubblica»): differenze rispetto all’assetto precedente al 2001. – 7. La maggiore ampiezza della competenza regionale per la disciplina del rapporto di lavoro dirigenziale. – 8. Il riparto di potestà legislativa per l’impiego pubblico alle dipendenze delle Regioni a statuto speciale. – 9. Le possibili implicazioni sull’impiego regionale della riforma del lavoro pubblico, delineata dalla l. 15/2009.
Il riparto di competenza legislativa tra Stato e Regioni in materia di impiego pubblico regionale
TROJSI A
2009-01-01
Abstract
Sommario: 1. Volendo «fare il punto» sul riparto di competenze in materia di impiego pubblico regionale. – 2. Il riparto di potestà legislativa per l’impiego pubblico alle dipendenze delle Regioni a statuto ordinario: il rapporto tra «ordinamento civile» e «ordinamento e organizzazione amministrativa della Regione», secondo la giurisprudenza costituzionale. – 3. La peculiarità dell’attuale riparto di competenze: il potere del legislatore statale di determinazione dei confini della «privatizzazione» del lavoro pubblico e, per tale via, degli ambiti rispettivi della potestà legislativa statale e di quella regionale. – 4. I profili del rapporto di pubblico impiego privatizzati, e dunque riservati alla competenza legislativa statale, e quelli attribuiti alla competenza regionale, secondo la legislazione vigente (d.lgs. 165/2001). – 5. (segue): la coincidenza tra area «privatizzata» e area «contrattualizzata» del rapporto di lavoro pubblico: la persistente vincolatività, per le Regioni, del sistema della contrattazione collettiva disciplinato a livello statale. – 6. (segue): estensione e limiti della potestà regionale (in particolare, i vincoli finanziari per le Regioni, derivanti dall’esigenza di «coordinamento della finanza pubblica»): differenze rispetto all’assetto precedente al 2001. – 7. La maggiore ampiezza della competenza regionale per la disciplina del rapporto di lavoro dirigenziale. – 8. Il riparto di potestà legislativa per l’impiego pubblico alle dipendenze delle Regioni a statuto speciale. – 9. Le possibili implicazioni sull’impiego regionale della riforma del lavoro pubblico, delineata dalla l. 15/2009.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.