Questi sei anni (quasi sette, ormai) dall’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco stanno coincidendo, e non è un caso, con atteggiamenti e giudizi estremi di oppositori al Papa che non riguardano solo la sua persona e il Suo Magistero, ma che investono, altresì, la missione della Chiesa, la sua identità e la sua funzione. Sembra ci si trovi tutti immersi nella condizione da “fine mondo”: la Chiesa, non diversamente da altre istituzioni secolari di vita più breve e meno consolidate storicamente, sembrano correre il concreto rischio di smarrirsi, perdere la loro originaria coesione e stabilità, fino a precipitare verso una definitiva eclissi. Anche il diritto canonico, sono in tanti a lanciare il grido di allarme, starebbe per perdere, se non l’ha già persa, la sua certezza e stabilità, quasi che esso preservato, per millenni e fino al Concilio Vaticano II, avendo fino ad allora come indiscussa una condizione di vitalità, derivante anche dalla generale condivisione, nella fase attuale e per responsabilità del Governo guidato da Papa Francesco, avrebbe perso tutti gli elementi che ne hanno costituito la forza e la resistenza nel millenni, anche in quelli più travagliati e bui della sua storia.

Il Papa venuto dalla "fine del mondo" per la Chiesa del terzo millennio

Mantineo
2019-01-01

Abstract

Questi sei anni (quasi sette, ormai) dall’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco stanno coincidendo, e non è un caso, con atteggiamenti e giudizi estremi di oppositori al Papa che non riguardano solo la sua persona e il Suo Magistero, ma che investono, altresì, la missione della Chiesa, la sua identità e la sua funzione. Sembra ci si trovi tutti immersi nella condizione da “fine mondo”: la Chiesa, non diversamente da altre istituzioni secolari di vita più breve e meno consolidate storicamente, sembrano correre il concreto rischio di smarrirsi, perdere la loro originaria coesione e stabilità, fino a precipitare verso una definitiva eclissi. Anche il diritto canonico, sono in tanti a lanciare il grido di allarme, starebbe per perdere, se non l’ha già persa, la sua certezza e stabilità, quasi che esso preservato, per millenni e fino al Concilio Vaticano II, avendo fino ad allora come indiscussa una condizione di vitalità, derivante anche dalla generale condivisione, nella fase attuale e per responsabilità del Governo guidato da Papa Francesco, avrebbe perso tutti gli elementi che ne hanno costituito la forza e la resistenza nel millenni, anche in quelli più travagliati e bui della sua storia.
2019
9788813374341
Papa Francesco, Diritto canonico, Riforme, Chiesa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12317/60217
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