Non è facile descrivere in maniera esaustiva le funzioni della comunicazione nello sviluppo delle dinamiche relazionali. La comunicazione, infatti, non si può considerare come un mezzo, uno strumento, ma come una dimensione costitutiva della personalità del soggetto. La comunicazione è in stretta interconnessione con i processi cognitivi. Pensiero e linguaggio, si sa, sono due processi che si influenzano a vicenda. La comunicazione è anche partecipazione: comunicare significa infatti condividere significati e le regole sottese ad ogni scambio comunicativo. Ha la funzione di trasmettere cultura e convenzioni, ma anche di produrle, di elaborarle e di modificarle. La comunicazione è infatti un processo eminentemente sociale: la genesi, l’elaborazione e la conservazione di qualsiasi sistema di comunicazione richiede come condizione essenziale l’esistenza di un gruppo, e questo si struttura, si evolve proprio attraverso la comunicazione. A titolo esemplificativo si fa riferimento a tre diversi stili comunicativi, che, ovviamente nelle loro forme estreme, possono diversamente caratterizzare le dinamiche relazionali di un individuo: lo stile assertivo, lo stile passivo, lo stile aggressivo. La comunicazione allora assume un ruolo essenziale, in quanto strumento determinante nel processo di differenziazione che ciascun componente realizza all’interno del gruppo in funzione delle sue personali competenze e caratteristiche e della posizione che, a causa e per mezzo di queste, viene ad occupare nella struttura organizzativa, gestionale e gerarchica (leadership) del gruppo. Vengono quindi analizzati i processi e le forme comunicative all’interno della famiglia. Le dinamiche relazionali che si instaurano all’interno della famiglia sono notevolmente segnate dalle dinamiche comunicative. La capacità dei diversi componenti di controllare l’intensità emotiva con la quale esprimono le loro opinioni, insieme alle capacità empatiche e di ascolto attivo, è fondamentale per realizzare una comunicazione efficace e determinare, di conseguenza, la qualità della relazione. In base a queste dimensioni vengono classificate le famiglie lungo un continuum che va dalla “famiglia in difficoltà” alla “famiglia normale o funzionale”. Un gruppo funzionale non piò prescindere dalle abilità sociali e comunicative di ognuno dei componenti e, in caso di deficit deve essere in grado di compensare e supportare ogni soggetto, favorendo le sviluppo delle sue singole potenzialità. Per rendere possibile la strutturazione di gruppi funzionali è necessario che la famiglia rappresenti il primo “modello” di gruppo funzionale. Funzionale soprattutto perché in grado di garantire ai figli lo sviluppo delle competenze necessarie a un adeguato inserimento e adattamento ai diversi contesti (gruppi) nei quali, nel loro ciclo di vita, saranno inseriti (scuola, amici, gruppo di lavoro, ecc.). Ogni genitore, primo e fondamentale modello di riferimento per l’acquisizione e lo sviluppo delle competenze comunicative e relazionali, dovrà favorire relazioni funzionali tra tutti i componenti del nucleo familiare, veicolando in una direzione costruttiva e mediando, quando è necessario, gli inevitabili conflitti. Solo così i bambini non solo avranno modo di esprimere le proprie esigenze nel rispetto di quelle altrui, ma soprattutto avranno a disposizione un modello educativo efficace per acquisire e consolidare un adeguato “stile” comunicativo e comportamentale, che consentirà di sperimentare e realizzare nel corso della loro vita le relazioni sociali efficaci e stabili che rappresenteranno la struttura portante della loro personalità.

Comunicazione: dinamiche funzionali e funzionalità dei gruppi

CUZZOCREA F.
2004-01-01

Abstract

Non è facile descrivere in maniera esaustiva le funzioni della comunicazione nello sviluppo delle dinamiche relazionali. La comunicazione, infatti, non si può considerare come un mezzo, uno strumento, ma come una dimensione costitutiva della personalità del soggetto. La comunicazione è in stretta interconnessione con i processi cognitivi. Pensiero e linguaggio, si sa, sono due processi che si influenzano a vicenda. La comunicazione è anche partecipazione: comunicare significa infatti condividere significati e le regole sottese ad ogni scambio comunicativo. Ha la funzione di trasmettere cultura e convenzioni, ma anche di produrle, di elaborarle e di modificarle. La comunicazione è infatti un processo eminentemente sociale: la genesi, l’elaborazione e la conservazione di qualsiasi sistema di comunicazione richiede come condizione essenziale l’esistenza di un gruppo, e questo si struttura, si evolve proprio attraverso la comunicazione. A titolo esemplificativo si fa riferimento a tre diversi stili comunicativi, che, ovviamente nelle loro forme estreme, possono diversamente caratterizzare le dinamiche relazionali di un individuo: lo stile assertivo, lo stile passivo, lo stile aggressivo. La comunicazione allora assume un ruolo essenziale, in quanto strumento determinante nel processo di differenziazione che ciascun componente realizza all’interno del gruppo in funzione delle sue personali competenze e caratteristiche e della posizione che, a causa e per mezzo di queste, viene ad occupare nella struttura organizzativa, gestionale e gerarchica (leadership) del gruppo. Vengono quindi analizzati i processi e le forme comunicative all’interno della famiglia. Le dinamiche relazionali che si instaurano all’interno della famiglia sono notevolmente segnate dalle dinamiche comunicative. La capacità dei diversi componenti di controllare l’intensità emotiva con la quale esprimono le loro opinioni, insieme alle capacità empatiche e di ascolto attivo, è fondamentale per realizzare una comunicazione efficace e determinare, di conseguenza, la qualità della relazione. In base a queste dimensioni vengono classificate le famiglie lungo un continuum che va dalla “famiglia in difficoltà” alla “famiglia normale o funzionale”. Un gruppo funzionale non piò prescindere dalle abilità sociali e comunicative di ognuno dei componenti e, in caso di deficit deve essere in grado di compensare e supportare ogni soggetto, favorendo le sviluppo delle sue singole potenzialità. Per rendere possibile la strutturazione di gruppi funzionali è necessario che la famiglia rappresenti il primo “modello” di gruppo funzionale. Funzionale soprattutto perché in grado di garantire ai figli lo sviluppo delle competenze necessarie a un adeguato inserimento e adattamento ai diversi contesti (gruppi) nei quali, nel loro ciclo di vita, saranno inseriti (scuola, amici, gruppo di lavoro, ecc.). Ogni genitore, primo e fondamentale modello di riferimento per l’acquisizione e lo sviluppo delle competenze comunicative e relazionali, dovrà favorire relazioni funzionali tra tutti i componenti del nucleo familiare, veicolando in una direzione costruttiva e mediando, quando è necessario, gli inevitabili conflitti. Solo così i bambini non solo avranno modo di esprimere le proprie esigenze nel rispetto di quelle altrui, ma soprattutto avranno a disposizione un modello educativo efficace per acquisire e consolidare un adeguato “stile” comunicativo e comportamentale, che consentirà di sperimentare e realizzare nel corso della loro vita le relazioni sociali efficaci e stabili che rappresenteranno la struttura portante della loro personalità.
2004
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12317/61048
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