L’ingresso dello straniero nel territorio nazionale costituisce una fase particolarmente complessa del percorso migratorio, che coinvolge una varietà di funzioni amministrative. La tutela giudiziaria contro i provvedimenti amministrativi che si collocano nell’ambito di tale fase si articola a cavallo di due differenti giurisdizioni, quella ordinaria e quella amministrativa, cui si aggiunge la previsione di tre differenti figure di giudici: il Tribunale Amministrativo Regionale, il Tribunale ordinario ed il Giudice di Pace, soggetti giudicanti che si differenziano quanto a competenze, strumenti e preparazione, nonché per i tempi decisionali spesso diversi. A ben vedere, nell’ambito di materie in cui diversi provvedimenti – pur sottoposti al controllo di giudici differenti – risultano il più delle volte strettamente collegati tra loro, l’effettività della tutela giurisdizionale viene messa a dura prova. Il recentissimo d.l. n. 13/2017, seppur con l’apprezzabile intento di implementare la predisposizione di una giurisdizione unica e specializzata in capo alla magistratura ordinaria, ha mantenuto la suddivisione della materia tra i diversi giudici. In particolare, rientra fra le competenze giurisdizionali del giudice amministrativo quella relativa alla cognizione delle questioni legate al mancato rilascio, rinnovo e conversione del permesso di soggiorno. Si tratta, senza dubbio, di un settore decisionale molto impegnativo per i T.A.R. ed il Consiglio di Stato, chiamati a sindacare la legittimità di un provvedimento dal quale in sostanza dipende l’ingresso o la regolare permanenza dello straniero extracomunitario sul territorio nazionale. Su tale problematica sono state sollevate negli anni diverse questioni di legittimità costituzionale, che hanno nutrito un crescente dialogo tra giudice amministrativo e giudice costituzionale e che hanno determinano un fitto intreccio tra la dottrina più strettamente processualistica e le ampie riflessioni attinenti al soddisfacimento dei diritti fondamentali del migrante.
L’effettività della tutela del migrante extracomunitario dinnanzi al giudice amministrativo
Silia Gardini
2019-01-01
Abstract
L’ingresso dello straniero nel territorio nazionale costituisce una fase particolarmente complessa del percorso migratorio, che coinvolge una varietà di funzioni amministrative. La tutela giudiziaria contro i provvedimenti amministrativi che si collocano nell’ambito di tale fase si articola a cavallo di due differenti giurisdizioni, quella ordinaria e quella amministrativa, cui si aggiunge la previsione di tre differenti figure di giudici: il Tribunale Amministrativo Regionale, il Tribunale ordinario ed il Giudice di Pace, soggetti giudicanti che si differenziano quanto a competenze, strumenti e preparazione, nonché per i tempi decisionali spesso diversi. A ben vedere, nell’ambito di materie in cui diversi provvedimenti – pur sottoposti al controllo di giudici differenti – risultano il più delle volte strettamente collegati tra loro, l’effettività della tutela giurisdizionale viene messa a dura prova. Il recentissimo d.l. n. 13/2017, seppur con l’apprezzabile intento di implementare la predisposizione di una giurisdizione unica e specializzata in capo alla magistratura ordinaria, ha mantenuto la suddivisione della materia tra i diversi giudici. In particolare, rientra fra le competenze giurisdizionali del giudice amministrativo quella relativa alla cognizione delle questioni legate al mancato rilascio, rinnovo e conversione del permesso di soggiorno. Si tratta, senza dubbio, di un settore decisionale molto impegnativo per i T.A.R. ed il Consiglio di Stato, chiamati a sindacare la legittimità di un provvedimento dal quale in sostanza dipende l’ingresso o la regolare permanenza dello straniero extracomunitario sul territorio nazionale. Su tale problematica sono state sollevate negli anni diverse questioni di legittimità costituzionale, che hanno nutrito un crescente dialogo tra giudice amministrativo e giudice costituzionale e che hanno determinano un fitto intreccio tra la dottrina più strettamente processualistica e le ampie riflessioni attinenti al soddisfacimento dei diritti fondamentali del migrante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.