Partendo dall’analisi della sentenza di rigetto n. 221/2019 della Corte costituzionale, che ha lasciato inalterati i requisiti oggettivi e soggettivi di accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) e l’illecito amministrativo che punisce l’applicazione delle tecniche a favore di coppie di donne, il contributo mette in evidenza la mancanza di un bene giuridico protetto dalla fattispecie e l’incapacità del diritto penale di reprimere le facili elusioni del divieto. Viene delineato infine un auspicabile intervento di riforma volto a superare le predette criticità e a consentire un egualitario diritto di accesso alla PMA, attraverso il ricorso al sistema delle autorizzazioni amministrative.
Resta il limite di accesso alla procreazione medicalmente assistita per le coppie samesex al femminile: la sentenza costituzionale n. 221/2019
Tigano Vincenzo
2020-01-01
Abstract
Partendo dall’analisi della sentenza di rigetto n. 221/2019 della Corte costituzionale, che ha lasciato inalterati i requisiti oggettivi e soggettivi di accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) e l’illecito amministrativo che punisce l’applicazione delle tecniche a favore di coppie di donne, il contributo mette in evidenza la mancanza di un bene giuridico protetto dalla fattispecie e l’incapacità del diritto penale di reprimere le facili elusioni del divieto. Viene delineato infine un auspicabile intervento di riforma volto a superare le predette criticità e a consentire un egualitario diritto di accesso alla PMA, attraverso il ricorso al sistema delle autorizzazioni amministrative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.